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Il colpo principe del gioco del tennis è sicuramente il dritto. Giocato in vari modi e con le più assolute personalizzazioni, il dritto nel tennis garantisce la possibilità di guadagnare numerosi punti vincenti. Eppure, nonostante le divergenze da giocatore a giocatore, dal modo di impugnare la racchetta al tipo di movimento, il colpo ha seguito, negli anni, una certa linea evolutiva che ci porta oggi a distinguere due fasi storiche ben distinte:
IL DRITTO DEL PASSATO:
Anche dovuto al tipo di attrezzatura messo in campo e dall’uso delle racchette in legno, il dritto giocato negli anni ‘50-’60 era un colpo stilisticamente diverso da quello che siamo abituati a vedere oggi. Prima del dritto “moderno” la chiusura del colpo avveniva con la racchetta sopra la spalla e, andando ancora più indietro con gli anni di qualche decennio, si vedeva il finale del colpo con la testa della racchetta che puntava il cielo, ben davanti al corpo. L’impugnatura del manico era principalmente di tipo continental (in gergo chiamata “a martello”) che rappresenta l’impugnatura di base insegnata nelle scuole tennis, in cui il piatto corde guarda leggermente verso l’alto. E’ un’impugnatura che non consente molte rotazioni nel colpo e per questo caduta in disuso nei tempi più moderni.
. IL DRITTO MODERNO:
La caratteristica principale che distingue il dritto moderno dagli altri dritti usati nel passato è il finale del colpo. Nel dritto moderno il colpo finisce con la mano destra che chiude all’altezza del fianco, del gomito o della spalla con il palmo rivolto verso terra. I primi fautori ed utilizzatori del dritto “moderno” sono stati probabilmente Thomas Muster, Sergi Bruguera ed Alberto Berasategui nei primi anni ’90. I colpi eseguiti con questa tecnica sono stati la conseguenza della necessità di ottenere maggiori rotazioni dal colpo in questione, più top spin e angoli esasperati. Si è passati ad un’impugnatura di tipo eastern e, soprattutto, western.
Esistono essenzialmente tre fasi principali di questo colpo, tutte e tre molto importanti ai fini di una corretta esecuzione dello swing. La prima fase è la fase di preparazione, seguita dalla fase di impatto, e in ultimo dalla fase del finale del colpo.
La fase di preparazione.
Anche se non coincide con l’impatto vero e proprio con la pallina, cosi come la fase del finale del colpo, la fase di preparazione riveste un’importanza capitale per una corretta procedura del movimento. Ogni colpo deve sempre cominciare con un split step e con una rotazione del busto per portare indietro la racchetta. Durante la rotazione del torso e della racchetta, si comincia a caricare il peso del corpo sul piede destro.
Ci sono quattro fondamentali punti di riferimento per la corretta procedura del movimento:
a)braccio sinistro disteso all’altezza della spalla e parallelo alla rete, gesto effettuato per avere un punto di riferimento nella torsione del busto.
b)carico del peso sulla gamba destra: senza di questo non ci può essere il trasferimento del peso dalla gamba destra a quella sinistra alla base di ogni colpo.
c)mano destra che deve risultare sempre almeno all’altezza della spalla per sfruttare al meglio la forza gravitazionale e centrifuga
d)direzione della testa della racchetta: l’attrezzo dovrebbe puntare al cielo con un angolo di 45 gradi rispetto al terreno.
La fase di impatto.
E’ la fase principale per la corretta riuscita del colpo, la fase in cui si incontra la pallina con il piatto corde. Il giocatore deve lasciare cadere la racchetta nella zona d’impatto sfruttando la forza di gravità con un movimento fluido e rilassato e la propria energia dovrà essere utilizzata gradualmente per portare a termine il movimento fino al punto di contatto. In questo modo si ottiene la velocità massima della testa della racchetta.
Anche in questo caso ci sono quattro fondamentali riferimenti:
a)il punto di impatto deve avvenire in una zona compresa tra la vita del giocatore ed il suo petto. In questo modo si ottiene la massima forza possibile coinvolgendo tutti i muscoli adeguati facendo scaturire la forza della racchetta dal centro gravitazionale del giocatore ottenendo la massima potenza.
b)punto di impatto avanti rispetto al corpo di fronte al piede sinistro.
c)racchetta posta su un piano lineare rispetto alla linea della palla fino al punto di impatto. Testa della racchetta, invece, più bassa. Quanto più è bassa, quanto più si ricaverà rotazione dal colpo.
d)sguardo del giocatore sul punto di impatto, testa rilassata senza tensioni muscolari.
La fase del finale
E’ questa la fase che contraddistingue il dritto moderno caratterizzandone una vera rivoluzione. Mentre il dritto classico, con il finale davanti al corpo e alto sopra la spalla aveva la fase di controllo solamente nella fase di impatto con la pallina, senza incidenza del “finale” sul risultato del colpo, nel dritto moderno il finale determina la profondità e la rotazione della palla. Ancora quattro, sono i principali punti di riferimento per un corretto finale del colpo:
a) mano destra e avambraccio rivolti verso il terreno
b) testa della racchetta che finisce la propria corsa sul fianco sinistro
c) la spalla destra ruota di 180 gradi rispetto al punto di partenza della preparazione
d) il peso del giocatore viene trasferito completamente sulla gamba sinistra
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Articolo : SG TENNIS TEAM