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Pensare di insegnare la disciplina del tennis, sport notoriamente individuale, con la logica della collettività sembra inizialmente un grande azzardo, un’utopia o semplicemente una bella sfida da superare.
Su questa base a due amici è nata l’dea base del progetto “Uniti si Vince…”: Gianni e Francesca, ovvero un insegnate di tennis e una volontaria UNITALSI.
L’Unitalsi, fondata nel 1903, è un’associazione di volontari che in forza della loro fede e del loro particolare carisma si propongono di coadiuvare la vita spirituale degli aderenti e di promuovere un’azione di apostolato verso e con gli ammalati e i disabili, attraverso l’opera di volontari che si fa anche carico delle relative spese pur di alleviarne disagi e difficoltà. Il progetto si pone come obiettivo quello di portare nei campi da tennis del Circolo Tennis Triggiano adulti di età diverse con differenti disabilità di gradi differenti.
Con questi propositi è partito nel settembre 2017 un ciclo di 8 lezioni della durata di 1 ora, per un periodo di 2 mesi che ha visto impegnati circa 70 adulti, uomini e donne, di varie età dal 30 ai 60 anni, con differenti disabilità, provenienti da Bari, Palo del Colle e Triggiano, volontari UNITALSI e staff del Circolo Tennis Triggiano. Lo stesso progetto è stato replicato nell ‘Aprile 2018, con medesime modalità ma anche con una evoluzione di approccio verso gli assistiti e vedrà la prossime tappe nella primavera del 2019.
Per conseguire i buoni risultati prefissi, si e’ messa in moto una macchina organizzativa non indifferente, con gestione della logistica, e usufruendo delle strutture del Circolo Tennis di Triggianoche già aveva eliminato le barriere architettoniche che avrebbero impedito l’accesso ai campi da parte degli assistiti di Unitalsi.
Da un punto di vista tecnico (ma soprattutto ludico), si è partiti con la familiarizzazione con racchetta e pallina, cercando di coordinare il proprio corpo con l’attrezzo e il campo da tennis. Ebbene si’ proprio il mitico campo da tennis, inizialmente posto sconosciuto fatto di linee bianche e sfondo rosso e verde. Con il passare delle giornate e degli incontri lo stesso diveniva il loro personale “salotto”, in cui confrontarsi, incontrarsi e relazionarsi….si dai e anche tentare di giocare a tennis….
Successivamente l’azione didattica si è spostata nella comprensione degli spazi e le relative azioni di gioco, utilizzando esercizi e giochi di gruppo: fra tanti il classico “ruba Bandiera” , “Palla Prigioniera” e “Palla Avvelenata”.
L’utilizzo di esercitazioni semplici e raggiungibili portava alla comprensione del gioco del tennis, delle sue regole e dei suoi spazi. Uno sport quasi sempre visto solo in tv, ritenuto di elite e non raggiungibile diveniva così familiare e appassionante. La racchetta non così difficile da utilizzare e la pallina da tennis non più vista così veloce. Aneddoti ne avrei da raccontare tanti e dei più curiosi, ma un aspetto mi ha particolarmente colpito e costantemente presente in ogni fase della lezione : “Ridere dei propri errori…., non prendersi sul serio…” alla fine è solo un gioco in cui confrontarmi e riuscire a superare i limiti, ma soprattutto con cui divertirmi.
“Rendere il tennis un momento di inclusione sociale in cui coinvolgere tutti, sarà un punto centrale della nostra mission” con queste parole il neo presidente del Circolo Tennis, Massimo Sgaramella, delinea una delle linee guida dell’attività sociale prevista per il prossimo triennio.
“L’UNITALSI Diocesana di Bari è lieta di aver collaborato con il Circolo Tennis Triggiano ed in particolar modo con il maestro Gianni alla realizzazione del progetto di un corso di tennis per diversamente abili. La partecipazione è stata a dir poco entusiastica ed è servita a tutti ad avere momenti di gioia condivisa" con queste parole il presidente dell’ UNITALSI Bari esprime la propria soddisfazione per la riuscita del progetto.
attività che vedono il tennis come momento di coinvolgimento sociale, sono elemento fondante del sodalizio triggianese e trovano ampio sostegno nell’attuale amministrazione comunale in persona del sindaco Antonio Donatelli e dell’assessore Annamaria Campobasso e Diego Cassano.
«Lo sport è una metafora della vita, ti spinge a dare sempre qualcosa di più»:lo ripete spesso Alex Zanardi, atleta e campione paraolimpico, esempio per tanti. Per le persone con disabilità, sport e attività fisica sono sinonimo di integrazione e socialità, ma sono anche una sfida dove l’avversario è il proprio limite: passione, energia e forza nelle sfide, determinazione nello sfruttare al meglio le proprie capacità sono spesso punto di partenza per grandi risultati, anche fuori dal campo di gara. Lo dicono i successi di persone con disabilità, che hanno sfidato sé stesse nello sport a tutti i livelli, amatoriali e agonistici.
L’importanza dello sport per disabili è, ormai, cosa nota, dato che il primo che ebbe l’intuizione, Ludwig Guttmann, già nel 1944 incominciò a organizzare dei corsi specifici all’interno dei centri di riabilitazione per persone con deficit motori. Solo qualche anno dopo, nel 1948, vennero organizzati i primi giochi per atleti disabili, che nel 1960 divennero le ormai note Para olimpiadi, che si tennero per la prima volta a Roma. Da quel momento, parlare di sport e disabilità non è più un tabù e, anzi, si spinge sempre più spesso in tal senso, invogliando coloro che hanno qualche tipo di deficit a praticare del sano sport che non può che fare bene alla situazione generale del disabile. Finalmente, oggi come oggi, l’attività sportiva è molto diffusa tra i disabili, grazie anche a degli esempi di fama internazionale che spingono gli altri a provare.
Gli sport per disabili sono molteplici e, pertanto, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si va dall’atletica al nuoto per disabili, dal tennis in carrozzina all’handbike, dall’hockey all’equitazione e, ancora, dal golf alla canoa, alle bocce, al basket in carrozzina, allo yoga per disabili e molto altro ancora. Naturalmente ciascuno deve scegliere il suo sport in base a quelle che sono le proprie attitudini e in base a quelli che sono i propri interessi.
La disabilità non deve essere un limite, ma che tutti possono praticare del sano sport, per stare meglio con se stessi.
Ad Anna: da lassù continuerai a essere con noi sui campi con il tuo sorriso…………..
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Articolo : SG TENNIS TEAM